Il romanzo racconta la storia di un ragazzo ebreo italiano durante il fascismo,comincia nel 1938 circa. Arturo è il protagonista della storia un ragazzino della mia età circa che incomincia a trascrivere tutto quello che gli succede sul suo diario.Inizia quando un giorno a scuola lo allontanarono il direttore e l’insegnate, e di seguito molti dei suoi compagni, con l’accusa che fosse ebreo,diverso… e da qui tutta una serie di parole complicate da capire perfino per Arturo: antisemita,campi di concentramento… All’ inizio, lui non ne sapeva neanche il significato. Inizialmente Arturo era incosciente e incredulo, non capiva che cosa gli succedesse e avrebbe voluto rispondere se solo avesse saputo cosa dire, fino a quel momento lui non sapeva di essere ebreo perché come gli raccontò Sara, la sorella, Mussolini si era alleato con Hitler qualche anno prima, il quale considerava gli ebrei tali dalla nascita e aveva un forte odio verso tutti gli ebrei d’Europa. Con tutte le spiegazioni di Sara, Arturo riconobbe di essere considerato un ebreo puro per i tedeschi cioè con tutti e quattro i nonni ebrei. L’unica cosa che non sapeva era che da quel momento in poi le cose sarebbero sempre peggiorate. Il libro è composto in gran parte dalla descrizione del racconto del diario di Arturo e poi da una breve parte finale che è il racconto di Giulia,una ragazzina che Arturo conobbe quando si trasferì a Roma e prese le lezioni di piano; entrambi persero la testa l’uno per l’altra. A me questo romanzo storico è piaciuto abbastanza. Il libro somiglia molto alla storia di Anna Frank, sia per l’età del protagonista che scrive il diario, sia per il fatto che poi questo diario berrà letto da una persona a lui cara, in questo caso Giulia.