La Vipera e il Diavolo

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Milano, seconda metà del Trecento. Bernabó Visconti. Il personaggio più malvagio che una storia potesse mai avere. Eppure è un romanzo storico, ed è forse questo ad avermi colpito maggiormente ne La Vipera e il Diavolo. Ciò ad avermi davvero colpito, rispetto altri romanzi storici, è la perfetta sintonia tra fedeltà storica e storia inventata. I personaggi sono descritti sia da documenti e fonti del periodo e sia da uno scrittore appassionato dell’argomento. Questo romanzo l’ho letteralmente divorato, nel giro di 4/5 giorni l’ho finito e mi sono sentito appagato, felice, un po’ forse triste, insomma erano tante emozioni diverse. Perché non era il racconto di una serie di vicende, non era il racconto di date e luoghi, era una storia vissuta, c’erano sentimenti in ogni pagina, tanto che a volte risultava difficile non schierarsi con uno, Bernabó, o con l’altro pretendente al trono, Gian Galeazzo Visconti, suo nipote. Si perché è questa la materia centrale del romanzo, la sanguinosa lotta per il potere della Milano del ‘300, lotta caratterizzata non solo da scontri tra eserciti e uomini, ma anche da magia, intrighi e matrimoni ‘organizzati’. Il ruolo della donna penso sia un altro elemento ad essermi molto piaciuto. Nel passato il loro ruolo era molto spesso sottovalutato, ma qui troviamo donne forti, madri che incoraggiano i figli a riscattarsi, maghe e erboristi che mediante le loro arti riescono a soddisfare i voleri dei loro padroni. Troviamo inoltre tanti sentimenti, dall’amore all’odio, il sentimento di vendetta e la ricerca della redenzione. Un libro che colpisce davvero e che appassiona, super consigliato!